Intervenire per prevenire nuova violenza nelle relazioni affettive:

progetto "IO NON RECIDIVO"

 

Come? Attraverso il progetto dal titolo “IO NON RECIDIVO”, frutto della collaborazione tra l’ULEPE (Ufficio Locale per l’Esecuzione Penale Esterna) di Oristano e il CAM (Centro Ascolto Uomini Maltrattanti) Sardegna, che insieme, dal 2017, portano avanti una collaborazione per favorire il recupero degli autori di violenza. Tre anni di esperienza condivisa per mettere al primo posto la tutela delle donne e dei minori, attraverso un lavoro complesso operato su chi la violenza la agisce: l’uomo.

Confronto, lavoro di staff, impegno e formazione, che hanno aperto la strada verso l’ideazione del progetto “IO NON RECIDIVO” in partenza dalla seconda metà di quest’anno. Rivolto al recupero degli uomini ULEPE, imputati e/o condannati - e/o sottoposti a misure di sicurezza per reati di violenza nelle relazioni affettive, il progetto si inserisce nell’ambito della giustizia riparativa e della tutela secondaria delle donne e dei minori. Gli obiettivi principali sono quelli di destrutturare i costrutti personali e sociali relativi alla violenza domestica dell’uomo, far sì che l’uomo riconosca il proprio agito violento e si assuma la responsabilità del proprio comportamento. NO alla negazione, dunque e NO alla minimizzazione, tantomeno all’attribuzione di colpa verso le vittime. Passando per l’analisi dei fattori socioculturali, relazionali e individuali che sostengono i tipici comportamenti di abuso e sopraffazione, l’uomo sperimenta nuovi modi di relazionarsi che rifiutino la violenza nella risoluzione dei conflitti. Esprime soddisfazione il Direttore dell’ULEPE di Oristano, la Dott.ssa Carla Barontini, che ha evidenziato come sia importante attivare percorsi così strutturati, di contrasto alla violenza di genere. Tale progetto nasce nell’ambito della Giustizia riparativa, modello di giustizia penale che coniuga esigenze di sicurezza sociale con interventi di responsabilizzazione degli autori di reato, restituendo così dignità alle vittime di reato.

Al fine di implementare e dare spazio a progetti di questo tipo l’idea è anche quella di coinvolgere sempre più i Servizi sociali territoriali presenti nella provincia di Oristano dove i reati legati alla violenza di genere sono in aumento. Parole di orgoglio per il raggiungimento di un tale obiettivo anche dalla presidente del CAM Sardegna, la dott.ssa Nicoletta Malesa, che ha sottolineato l’importanza di Protocolli e Intese come quello con l’ULEPE di Oristano: “I pregiudizi e l’assenza di una continua e capillare informazione sui Centri per il recupero degli uomini violenti, così come la difficoltà di pianificazione nell’agenda politica, non rendono scontato l’esito di collaborazioni come questa. Abbiamo trovato nella dott.ssa Barontini e nel suo staff, degli interlocutori attenti e visionari al punto giusto da condividere appieno l’art.16 della Convenzione di Istanbul, rivolto all’importanza del lavoro in prevenzione sugli autori di violenza”.

In Sardegna, all’apertura dell’anno giudiziario nel mese di febbraio 2020, sono stati diffusi dati allarmanti: nel 2019, su 53 casi tra omicidi e tentati tali, 13 sono stati compiuti ai danni delle donne, con una percentuale del 25 per cento. La situazione non è migliorata durante il lock down, quando l’Isola si è classificata al terzo posto in Italia per numero di richieste d’aiuto giunte al 1522. Una situazione definita emergenziale che richiede lo schieramento di tutti gli attori coinvolti e sottolinea la necessità di sostenere e potenziare il delicato, ma quanto mai necessario, lavoro dei servizi che operano per il recupero degli autori di violenza.