COMUNICATO STAMPA

25 Novembre 2023

 
 Come Lavoriamo    Cambiare è Possibile  

 

Firenze, 25 Novembre 2023

 #ResponsibleTogether - In 13 Paesi, una campagna contro la violenza domestica 

Firenze, 25 novembre 2023 – Anche Relive - Relazioni Libere dalle Violenze aderisce alla campagna 2023 #ResponsibleTogether, cogliendo l’occasione dei “16 giorni di attivismo contro la violenza di genere” lanciati a livello europeo. La campagna, che riunisce 19 organizzazioni della rete europea WWP (Work With Perpetrators, che raccoglie centri che lavorano con uomini autori di violenza nelle relazioni affettive) operanti in 13 diversi Paesi, nasce per evidenziare il ruolo fondamentale che i programmi per autori di violenza rivestono nel porre fine alla violenza domestica. 

La violenza domestica è una grave emergenza a livello mondiale, che coinvolge ancora troppe donne e bambini/e. Nel nostro Paese, in particolar modo in questi giorni, occorre lavorare anche sulla narrazione di questo fenomeno, che troppo spesso non mette in luce le responsabilità di chi questo fenomeno lo causa: gli uomini autori di violenza, dipingendoli ora come “mostri”, quasi corpi esterni alla nostra società, ora come “malati”, patologizzando un comportamento che invece, molto spesso, ha radici culturali. 

La campagna #ResponsibleTogether cerca di scardinare questo meccanismo, comunicando ciò che viene fatto nei CUAV (Centri per Uomini Autori di Violenza), veri e propri centri di prevenzione del ripetersi della violenza. All’interno di ogni CUAV, infatti, si prendono in carico uomini che già hanno commesso violenza, cercando di agire sul loro comportamento affinché non si realizzi una pericolosa escalation e mettendo quindi in sicurezza (ex)partner ed eventuali figli/e. 

I CUAV di Relive non si occupano solo di uomini già autori di violenza, ma erogano numerosi servizi rivolti agli uomini in generale. Da anni, nei centri Relive si propongono progetti che coinvolgono giovani padri nel delicato momento della nascita di un/a figlio/a; o percorsi di educazione sessuale ed affettiva rivolti a ragazzi e studenti, aiutando a riflettere sulla differenza tra amore e possesso o sul tema del consenso ed altre iniziative per la consapevolezza e la prevenzione. 

“I programmi per autori sono uno strumento chiave per interrompere il ciclo della violenza domestica. Offrono un approccio che richiama gli autori alla responsabilità delle loro azioni, mentre affronta le cause alla radice dei comportamenti abusanti. La campagna #ResponsibleTogether è una chiamata all’azione, che esorta le comunità e la politica a riconoscere e supportare questi programmi indispensabili”, dice Alessandra Pauncz, direttrice esecutiva della WWP. 

La campagna, che promuove eventi di sensibilizzazione ed informazione online e in presenza, mira a contrastare gli stereotipi e promuovere un approccio maggiormente empatico al problema. L’obiettivo è quello di raggiungere un pubblico eterogeneo, coinvolgendo più persone nella lotta contro la violenza domestica ed enfatizzando il ruolo cruciale dei programmi per autori. Insieme, siamo più forti: garantire la sicurezza di chi subisce violenza, passa anche dalla presa in carico di chi la agisce. 

Per maggiori informazioni / Per saperne di più, visita www.associazionerelive.it o contatta: 

Emanuela Skulina 

Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. cell 380.6423596 

 

La Rete europea per il lavoro con gli autori di violenza domestica (WWP EN) 

La WWN EN, fondata nel 2014, è un’organizzazione di associazioni che includono centri per autori di violenza, istituti di ricerca e servizi di supporto alle vittime sopravvissute. Il nostro obiettivo principale è la promozione di un lavoro efficace con gli autori centrato sulla responsabilità e sulla protezione della vittima attraverso un approccio di genere in tutta Europa. 

Relive – Relazioni Libere dalle Violenze 

Associazione che raccoglie in Italia gruppi di lavoro ed esperienze, nella consapevolezza della necessità di costruire e sviluppare una rete nazionale per combattere la violenza di genere, in particolare la violenza domestica. RELIVE ha come mission quella di promuovere e sviluppare programmi di prevenzione alla violenza domestica, di sostegno e di presa in carico degli autori di violenza, lavorando in partenariato e stretto coordinamento con i servizi di assistenza alle vittime (come stabilito dall’art.16 della Convenzione di Istanbul). Nello stesso tempo RELIVE, con una particolare attenzione al versante culturale e sociale del fenomeno, intende diffondere una cultura delle pari opportunità e dell’uguaglianza di genere, attraverso la sensibilizzazione dell’opinione pubblica sui temi della violenza, l’organizzazione di eventi formativi e convegni. 

 

La campagna #ResponsibleTogether 

La prima campagna è stata lanciata nel 2018. L’obiettivo è quello di evidenziare il ruolo che gli uomini hanno nella violenza contro le donne, mostrando che lavorare con gli uomini autori di maltrattamenti è cruciale per l’eliminazione della violenza di genere. 

COMUNICATO STAMPA

 

 

Firenze, 2 Novembre 2023

Rete Nazionale RELIVE: Osservazioni sulla nuova proposta normativa sul contrasto alla violenza contro le donne.

Si è concluso a Palermo domenica 29 ottobre 2023 il nono incontro residenziale della rete nazionale RELIVE, Relazioni Libere dalle Violenze, che riunisce 33 centri operativi in tutta Italia per affrontare il delicato problema dei maltrattamenti perpetrati dagli uomini. Durante i tre giorni di workshop e confronto, sono stati esaminati temi cruciali come le strategie per garantire la sicurezza delle donne vittime di violenza, la condivisione di informazioni con le forze dell’ordine e la magistratura, nonché il concetto stesso di cambiamento nel comportamento maschile.

Tuttavia, la Rete Nazionale RELIVE desidera esprimere profonde preoccupazioni in merito alle recenti revisioni legislative proposte nel disegno di legge n. 1294 del governo. In particolare, l'inclusione del reato 612 ter della diffusione non consensuale di immagini con contenuto sessuale, comunemente noto come “Revenge Porn”, nell'istituto dell’ammonimento è motivo di grave allarme. Un reato così serio non può essere equiparato all'ammonimento, una decisione che riteniamo inaccettabile.

Allo stesso modo, solleviamo dubbi sull'introduzione della richiesta di valutazione con esito favorevole alla fine dei percorsi, in contraddizione con l'Accordo Stato – Regioni, che stabilisce chiaramente che l’attestazione del completamento di un programma non equivale a una valutazione del cambiamento effettivo dell’autore di violenza. Chiediamo chiarezza sui criteri di valutazione e sulla definizione di "favorevole". Chi stabilisce tali criteri e in base a quali parametri? È fondamentale evitare un uso strumentale di queste valutazioni per vantaggi o benefici personali.

Inoltre, l'introduzione di incontri bi-settimanali previsti nell'articolo 17 attraverso un decreto del Ministero della Giustizia sembra essere in aperta contraddizione con l'Accordo Stato-Regioni n. 184/CSR/2022, che stabilisce requisiti minimi per i centri per autori. Questi incontri non sono basati su buone pratiche del settore e risultano impraticabili data la clausola di invarianza finanziaria della Legge.

La Rete Nazionale RELIVE è impegnata a contribuire alla creazione delle procedure attuative, garantendo che il lavoro svolto finora non venga compromesso. L'Italia è stata considerata un modello di buone pratiche in merito all'attuazione della Convenzione di Istanbul da parte del Consiglio d'Europa come mostrato dal video prodotto dal Consiglio d’Europa e di cui si allega il link. La Rete RELIVE è determinata a mantenere questo standard elevato.

Link al video: https://human-rights-channel.coe.int/asset-istanbul-convention-in-action-en.html

Per ulteriori informazioni e interviste, contattare: Emanuela Skulina, tel. 380 6423596, mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

Intervenire per prevenire nuova violenza nelle relazioni affettive:

progetto "IO NON RECIDIVO"

 

Come? Attraverso il progetto dal titolo “IO NON RECIDIVO”, frutto della collaborazione tra l’ULEPE (Ufficio Locale per l’Esecuzione Penale Esterna) di Oristano e il CAM (Centro Ascolto Uomini Maltrattanti) Sardegna, che insieme, dal 2017, portano avanti una collaborazione per favorire il recupero degli autori di violenza. Tre anni di esperienza condivisa per mettere al primo posto la tutela delle donne e dei minori, attraverso un lavoro complesso operato su chi la violenza la agisce: l’uomo.

Confronto, lavoro di staff, impegno e formazione, che hanno aperto la strada verso l’ideazione del progetto “IO NON RECIDIVO” in partenza dalla seconda metà di quest’anno. Rivolto al recupero degli uomini ULEPE, imputati e/o condannati - e/o sottoposti a misure di sicurezza per reati di violenza nelle relazioni affettive, il progetto si inserisce nell’ambito della giustizia riparativa e della tutela secondaria delle donne e dei minori. Gli obiettivi principali sono quelli di destrutturare i costrutti personali e sociali relativi alla violenza domestica dell’uomo, far sì che l’uomo riconosca il proprio agito violento e si assuma la responsabilità del proprio comportamento. NO alla negazione, dunque e NO alla minimizzazione, tantomeno all’attribuzione di colpa verso le vittime. Passando per l’analisi dei fattori socioculturali, relazionali e individuali che sostengono i tipici comportamenti di abuso e sopraffazione, l’uomo sperimenta nuovi modi di relazionarsi che rifiutino la violenza nella risoluzione dei conflitti. Esprime soddisfazione il Direttore dell’ULEPE di Oristano, la Dott.ssa Carla Barontini, che ha evidenziato come sia importante attivare percorsi così strutturati, di contrasto alla violenza di genere. Tale progetto nasce nell’ambito della Giustizia riparativa, modello di giustizia penale che coniuga esigenze di sicurezza sociale con interventi di responsabilizzazione degli autori di reato, restituendo così dignità alle vittime di reato.

Al fine di implementare e dare spazio a progetti di questo tipo l’idea è anche quella di coinvolgere sempre più i Servizi sociali territoriali presenti nella provincia di Oristano dove i reati legati alla violenza di genere sono in aumento. Parole di orgoglio per il raggiungimento di un tale obiettivo anche dalla presidente del CAM Sardegna, la dott.ssa Nicoletta Malesa, che ha sottolineato l’importanza di Protocolli e Intese come quello con l’ULEPE di Oristano: “I pregiudizi e l’assenza di una continua e capillare informazione sui Centri per il recupero degli uomini violenti, così come la difficoltà di pianificazione nell’agenda politica, non rendono scontato l’esito di collaborazioni come questa. Abbiamo trovato nella dott.ssa Barontini e nel suo staff, degli interlocutori attenti e visionari al punto giusto da condividere appieno l’art.16 della Convenzione di Istanbul, rivolto all’importanza del lavoro in prevenzione sugli autori di violenza”.

In Sardegna, all’apertura dell’anno giudiziario nel mese di febbraio 2020, sono stati diffusi dati allarmanti: nel 2019, su 53 casi tra omicidi e tentati tali, 13 sono stati compiuti ai danni delle donne, con una percentuale del 25 per cento. La situazione non è migliorata durante il lock down, quando l’Isola si è classificata al terzo posto in Italia per numero di richieste d’aiuto giunte al 1522. Una situazione definita emergenziale che richiede lo schieramento di tutti gli attori coinvolti e sottolinea la necessità di sostenere e potenziare il delicato, ma quanto mai necessario, lavoro dei servizi che operano per il recupero degli autori di violenza.

Conferenza finale progetto A.S.A.P.

 

Martedì 23 febbraio p.v. si svolgerà la conferenza online “Il protocollo operativo ASAP. Risultati e follow up del modello integrato di intervento a contrasto della violenza di genere”, evento conclusivo del progetto A.S.A.P.  A Systemic Approach for Perpetrators  finanziato dalla Commissione Europea –  Direzione Generale “Justice and Consumers”.

La conferenza, in inglese, potrà essere seguita anche tramite un canale audio dedicato in lingua italiana.

Il progetto, iniziato il primo ottobre 2018, ha coinvolto diversi centri antiviolenza e centri per il trattamento degli uomini autori di violenza del Veneto, della Croazia e della Bulgaria, avvalendosi dell'apporto dell'Istituto di ricerca di studi di genere di Sofia, del Network europeo WWP - EN dei centri per autori di violenza con sede a Berlino, nonché della collaborazione istituzionale della Città di Zagabria. Tra i risultati principali del progetto, si evidenziano la definizione e la sperimentazione di un protocollo di collaborazione tra i citati centri, finalizzato alla prevenzione delle recidive e, di conseguenza, alla diminuzione del rischio per le vittime (donne e bambini), in un’ottica di creazione e rafforzamento della rete tra i diversi attori.

 

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L'attività del Centro Ares

 

 

Area Clinica

Casa Circondariale:

Nel 2020 il Covid-19 ha portato molto scompiglio all’interno della Casa Circondariale di Vicenza che si vedeva già in difficoltà a causa dei profondi e radicali cambiamenti amministrativi e strutturali che l’Istituzione stava attraversando: l’inserimento della sezione di massima sicurezza ha richiesto infatti un ampiamento strutturale degli edifici e un riassetto generale dell’organizzazione interna che ci ha visti indirettamente coinvolti; prima del Covid-19 il nostro lavoro era di gruppo ed i colloqui individuali erano dedicati solamente alle persone che per diversi motivi di incompatibilità non potevano avere accesso al gruppo. Ora con il riassetto abbiamo cambiato le stanze dei colloqui siamo stati costretti a trasformare l’attività di gruppo in attività individuale. E tutto questo senza avere la possibilità di accompagnare i nostri utenti negli sconvolgimenti che sono avvenuti.

La zona gialla dei mesi di Novembre e Dicembre ci ha permesso di riprendere le attività ma molti detenuti risultano in questi giorni trasferiti e altri scarcerati. Abbiamo cominciato nuovi percorsi individuali sospesi nuovamente a Gennaio senza poterne dare comunicazione. Con la frustrazione che questa modalità operativa comporta, confidiamo di poter rientrare nei prossimi mesi e di poter garantire una forma di continuità nel rispetto di tutte le norme anti-Covid-19.

Area Trattamentale:

Il Covid-19 ha portato un po' di scompiglio anche in area trattamentale. Abbiamo deciso di sospendere i colloqui per un paio di settimane, il tempo per riuscire a riorganizzare le attività e capire come procedere alla luce delle necessità dei nostri utenti e dei limiti che il Covid-19 imponeva. Abbiamo optato per proporre i colloqui in videochiamata, opzione che naturalmente non tutti gli utenti hanno accettato. L’estate, permettendoci i colloqui in presenza con le giuste distanze e i DPI, ci ha permesso di riprendere molti dei percorsi sospesi che tutt’ora stanno continuando.

La modalità telematica, pur portando con sé alcune limiti, si è rilevata essere uno strumento preferibile per alcune persone che tutt’ora la preferiscono, sia per motivi di carattere personale (preferenza individuale), organizzativo (risiedono lontani) che di sicurezza (timore del virus).

Nonostante tutto siamo riusciti ad avviare l’attività di gruppo nel mese di Ottobre 2020, attività che continua tutt’ora nel pieno rispetto delle norme anti-Covid-19. 

Area Ricerca:

Attualmente ci stiamo concentrando su una ricerca sperimentale che approfondisca l’incidenza e la diffusione del revenge-porn nelle nuove generazioni e stiamo considerando in particolare alcune variabili legate all’appartenenza sociale dei responsabili.

Appartamento

Dal 1 gennaio 2021 l’appartamento sgancio ospita tre persone, una proveniente dal carcere di origine tunisina, un uomo rumeno inviatoci dai servizi sociali di un comune limitrofo e un italiano in fase di separazione con la moglie e privo della possibilità di sostenersi altrimenti: tutti gli ospiti sono seguiti anche dall’Area Clinica.

Area Prevenzione: progetto S-Talking

Il progetto di prevenzione sullo stalking agito in età adolescenziale (10-19 anni) coinvolge diverse scuole secondarie di primo e secondo grado del nostro territorio ULSS 7: tra gli obiettivi anche diffondere una cultura del rispetto che sappia identificare la presenza del fenomeno oltre che contrastarne l’insorgenza e la manifestazione. Sono stati pensati incontri di peer education e di formazione degli studenti e del personale, svolti tutti in modalità telematica.