Perché lavorare con gli uomini
La violenza sulle donne è un fenomeno inaccettabile e complesso. Se da un lato è fondamentale intervenire per sostenere le vittime e riparare i danni di queste condotte, in una prospettiva preventiva è necessario anche occuparsi di chi commette queste violenze.
Chi usa violenza contro le donne tende ad atti aggressivi sempre più gravi e a recidivare nell’85% dei casi se non si interviene. La violenza si traduce in sofferenza e traumi per i figli e spesso in un comportamento che viene da questi appreso e replicato: dalle ricerche emerge che molti degli uomini violenti sono stati vittime o testimoni di violenza da bambini e che in alcuni casi chi subisce abusi tende a riprodurre il comportamento in età adulta.
La violenza contro le donne è infatti espressione di una cultura malata, dell'ineguaglianza di genere, ma anche di una difficoltà di chi la agisce.
L’isolamento è il fattore di rischio più grave.
E’ importante quindi che vittime e autori possano chiedere e trovare aiuto e fermare l’aumento sempre maggiore della violenza: è difficile per chi agisce comportamenti violenti cambiare da solo.
Il trattamento degli autori di reati violenti contro le donne mira alla responsabilizzazione: al riconoscimento che la violenza è una scelta ed è fallimentare in termini di costi e alla valutazione del rischio di commetterla ancora.
Per fermare davvero la violenza, la pena non è sufficiente. Il trattamento può fermare l’escalazione e evitare nuove vittime (può evitare, anche, che si creino nuovi potenziali autori di reato -e ancora nuove vittime-).
L’intervento trattamentale, se effettuato non appena si manifestino i primi comportamenti di prevaricazione, inoltre, può evitare che la situazione degeneri, causando anche separazioni e denunce.
Appare, dunque, determinante in una prospettiva di prevenzione.
Da ricerche statunitensi emerge che gli autori di reati violenti che hanno seguito un programma di trattamento hanno il 35% di probabilità di reiterare comportamenti abusanti, contro il 40% di coloro che non hanno seguito alcun trattamento. Il 5% di differenza, apparentemente minimale, corrisponde negli USA ad un totale di circa 42.000 donne, potenziali vittime, a conseguenti spese sociali e sanitarie per l’aiuto alle stesse.
Al riguardo, la violenza sulle donne costa in Italia circa 16,72 miliardi l’anno.
Il trattamento conviene, dunque, anche in una prospettiva di costi e benefici.