Conferenza finale progetto A.S.A.P.

 

Martedì 23 febbraio p.v. si svolgerà la conferenza online “Il protocollo operativo ASAP. Risultati e follow up del modello integrato di intervento a contrasto della violenza di genere”, evento conclusivo del progetto A.S.A.P.  A Systemic Approach for Perpetrators  finanziato dalla Commissione Europea –  Direzione Generale “Justice and Consumers”.

La conferenza, in inglese, potrà essere seguita anche tramite un canale audio dedicato in lingua italiana.

Il progetto, iniziato il primo ottobre 2018, ha coinvolto diversi centri antiviolenza e centri per il trattamento degli uomini autori di violenza del Veneto, della Croazia e della Bulgaria, avvalendosi dell'apporto dell'Istituto di ricerca di studi di genere di Sofia, del Network europeo WWP - EN dei centri per autori di violenza con sede a Berlino, nonché della collaborazione istituzionale della Città di Zagabria. Tra i risultati principali del progetto, si evidenziano la definizione e la sperimentazione di un protocollo di collaborazione tra i citati centri, finalizzato alla prevenzione delle recidive e, di conseguenza, alla diminuzione del rischio per le vittime (donne e bambini), in un’ottica di creazione e rafforzamento della rete tra i diversi attori.

 

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Intervenire per prevenire nuova violenza nelle relazioni affettive:

progetto "IO NON RECIDIVO"

 

Come? Attraverso il progetto dal titolo “IO NON RECIDIVO”, frutto della collaborazione tra l’ULEPE (Ufficio Locale per l’Esecuzione Penale Esterna) di Oristano e il CAM (Centro Ascolto Uomini Maltrattanti) Sardegna, che insieme, dal 2017, portano avanti una collaborazione per favorire il recupero degli autori di violenza. Tre anni di esperienza condivisa per mettere al primo posto la tutela delle donne e dei minori, attraverso un lavoro complesso operato su chi la violenza la agisce: l’uomo.

Confronto, lavoro di staff, impegno e formazione, che hanno aperto la strada verso l’ideazione del progetto “IO NON RECIDIVO” in partenza dalla seconda metà di quest’anno. Rivolto al recupero degli uomini ULEPE, imputati e/o condannati - e/o sottoposti a misure di sicurezza per reati di violenza nelle relazioni affettive, il progetto si inserisce nell’ambito della giustizia riparativa e della tutela secondaria delle donne e dei minori. Gli obiettivi principali sono quelli di destrutturare i costrutti personali e sociali relativi alla violenza domestica dell’uomo, far sì che l’uomo riconosca il proprio agito violento e si assuma la responsabilità del proprio comportamento. NO alla negazione, dunque e NO alla minimizzazione, tantomeno all’attribuzione di colpa verso le vittime. Passando per l’analisi dei fattori socioculturali, relazionali e individuali che sostengono i tipici comportamenti di abuso e sopraffazione, l’uomo sperimenta nuovi modi di relazionarsi che rifiutino la violenza nella risoluzione dei conflitti. Esprime soddisfazione il Direttore dell’ULEPE di Oristano, la Dott.ssa Carla Barontini, che ha evidenziato come sia importante attivare percorsi così strutturati, di contrasto alla violenza di genere. Tale progetto nasce nell’ambito della Giustizia riparativa, modello di giustizia penale che coniuga esigenze di sicurezza sociale con interventi di responsabilizzazione degli autori di reato, restituendo così dignità alle vittime di reato.

Al fine di implementare e dare spazio a progetti di questo tipo l’idea è anche quella di coinvolgere sempre più i Servizi sociali territoriali presenti nella provincia di Oristano dove i reati legati alla violenza di genere sono in aumento. Parole di orgoglio per il raggiungimento di un tale obiettivo anche dalla presidente del CAM Sardegna, la dott.ssa Nicoletta Malesa, che ha sottolineato l’importanza di Protocolli e Intese come quello con l’ULEPE di Oristano: “I pregiudizi e l’assenza di una continua e capillare informazione sui Centri per il recupero degli uomini violenti, così come la difficoltà di pianificazione nell’agenda politica, non rendono scontato l’esito di collaborazioni come questa. Abbiamo trovato nella dott.ssa Barontini e nel suo staff, degli interlocutori attenti e visionari al punto giusto da condividere appieno l’art.16 della Convenzione di Istanbul, rivolto all’importanza del lavoro in prevenzione sugli autori di violenza”.

In Sardegna, all’apertura dell’anno giudiziario nel mese di febbraio 2020, sono stati diffusi dati allarmanti: nel 2019, su 53 casi tra omicidi e tentati tali, 13 sono stati compiuti ai danni delle donne, con una percentuale del 25 per cento. La situazione non è migliorata durante il lock down, quando l’Isola si è classificata al terzo posto in Italia per numero di richieste d’aiuto giunte al 1522. Una situazione definita emergenziale che richiede lo schieramento di tutti gli attori coinvolti e sottolinea la necessità di sostenere e potenziare il delicato, ma quanto mai necessario, lavoro dei servizi che operano per il recupero degli autori di violenza.

Progetto PAST - L'esperienza della Cooperativa Dorian Gray

 

Il PAST (Progetto per uomini Ammoniti per STalking) è finalizzato a rendere operativo il Protocollo ORFEO siglato a marzo 2020 tra la Cooperativa Dorian Gray e la Questura di Varese.

Esso si ispira al Protocollo ZEUS attivo tra la Questura di Milano e il CIPM (Centro Italiano per la Promozione della Mediazione). Il Protocollo ZEUS introduce nei decreti di ammonimento la cosiddetta ‘ingiunzione trattamentale’ ovvero l’obbligo da parte dei soggetti ammoniti di rivolgersi al CIPM per intraprendere un percorso finalizzato al miglioramento della gestione delle emozioni e del controllo dei propri impulsi nel tentativo di effettuare un recupero educativo e riabilitativo.

Il Protocollo ORFEO e, con esso, il PAST che lo implementa, affondano quindi le radici in un terreno fertile e si pongono nella scia di un'esperienza che si sta rivelando fondamentale nel ridefinire i rapporti tra Forze dell'Ordine ed Enti del privato sociale. Del resto, l'integrazione tra le diverse componenti interessate sembra un fattore imprescindibile per rendere realmente efficace l'azione di ciascuna di esse.

Viceversa, ridurre l'azione di contrasto alla violenza di genere unicamente alle sanzioni penali nei confronti dei rei, significa andare incontro a costi rilevanti in termini sia economici, che umani, per ottenere spesso risultati dubbi per quanto riguarda la prevenzione delle recidive e l'ingravescenza degli agiti.

Il PAST prevede un trattamento integrato psico-educativo finalizzato a rendere gli uomini consapevoli della lesività delle condotte violente e prevaricanti agite e a prevenire le recidive; l’approccio è fondamentalmente di gruppo, associato a interventi individuali a frequenza mensile che si svolgono parallelamente alle attività di gruppo. Al termine del percorso è previsto un follow up della durata di sei mesi nel corso del quale si svolgeranno dei colloqui individuali a frequenza mensile.

Il servizio offerto dal PAST è per molti versi affine Servizio per Autori di Violenza nelle Relazioni Intime (S.A.V.R.I.) attivo dal 2019 e del quale, del resto, ha ereditato l’impianto base.

Attraverso il PAST, finanziato da Fondazione Intesa San Paolo, sono stati valutati 16 uomini che si sono rivolti alla nostra Cooperativa a seguito dell’invito ricevuto dalla Questura in sede di ammonimento per stalking; 11 di questi uomini sono stati effettivamente presi in carico (due utenti sono stati valutati non idonei e tre hanno interrotto di loro iniziativa i colloqui di valutazione). L’undici febbraio è previsto l’avvio del percorso di gruppo al termine del quale si svolgeranno dei colloqui individuali di follow up a frequenza mensile. 

 

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L'attività del Centro Ares

 

 

Area Clinica

Casa Circondariale:

Nel 2020 il Covid-19 ha portato molto scompiglio all’interno della Casa Circondariale di Vicenza che si vedeva già in difficoltà a causa dei profondi e radicali cambiamenti amministrativi e strutturali che l’Istituzione stava attraversando: l’inserimento della sezione di massima sicurezza ha richiesto infatti un ampiamento strutturale degli edifici e un riassetto generale dell’organizzazione interna che ci ha visti indirettamente coinvolti; prima del Covid-19 il nostro lavoro era di gruppo ed i colloqui individuali erano dedicati solamente alle persone che per diversi motivi di incompatibilità non potevano avere accesso al gruppo. Ora con il riassetto abbiamo cambiato le stanze dei colloqui siamo stati costretti a trasformare l’attività di gruppo in attività individuale. E tutto questo senza avere la possibilità di accompagnare i nostri utenti negli sconvolgimenti che sono avvenuti.

La zona gialla dei mesi di Novembre e Dicembre ci ha permesso di riprendere le attività ma molti detenuti risultano in questi giorni trasferiti e altri scarcerati. Abbiamo cominciato nuovi percorsi individuali sospesi nuovamente a Gennaio senza poterne dare comunicazione. Con la frustrazione che questa modalità operativa comporta, confidiamo di poter rientrare nei prossimi mesi e di poter garantire una forma di continuità nel rispetto di tutte le norme anti-Covid-19.

Area Trattamentale:

Il Covid-19 ha portato un po' di scompiglio anche in area trattamentale. Abbiamo deciso di sospendere i colloqui per un paio di settimane, il tempo per riuscire a riorganizzare le attività e capire come procedere alla luce delle necessità dei nostri utenti e dei limiti che il Covid-19 imponeva. Abbiamo optato per proporre i colloqui in videochiamata, opzione che naturalmente non tutti gli utenti hanno accettato. L’estate, permettendoci i colloqui in presenza con le giuste distanze e i DPI, ci ha permesso di riprendere molti dei percorsi sospesi che tutt’ora stanno continuando.

La modalità telematica, pur portando con sé alcune limiti, si è rilevata essere uno strumento preferibile per alcune persone che tutt’ora la preferiscono, sia per motivi di carattere personale (preferenza individuale), organizzativo (risiedono lontani) che di sicurezza (timore del virus).

Nonostante tutto siamo riusciti ad avviare l’attività di gruppo nel mese di Ottobre 2020, attività che continua tutt’ora nel pieno rispetto delle norme anti-Covid-19. 

Area Ricerca:

Attualmente ci stiamo concentrando su una ricerca sperimentale che approfondisca l’incidenza e la diffusione del revenge-porn nelle nuove generazioni e stiamo considerando in particolare alcune variabili legate all’appartenenza sociale dei responsabili.

Appartamento

Dal 1 gennaio 2021 l’appartamento sgancio ospita tre persone, una proveniente dal carcere di origine tunisina, un uomo rumeno inviatoci dai servizi sociali di un comune limitrofo e un italiano in fase di separazione con la moglie e privo della possibilità di sostenersi altrimenti: tutti gli ospiti sono seguiti anche dall’Area Clinica.

Area Prevenzione: progetto S-Talking

Il progetto di prevenzione sullo stalking agito in età adolescenziale (10-19 anni) coinvolge diverse scuole secondarie di primo e secondo grado del nostro territorio ULSS 7: tra gli obiettivi anche diffondere una cultura del rispetto che sappia identificare la presenza del fenomeno oltre che contrastarne l’insorgenza e la manifestazione. Sono stati pensati incontri di peer education e di formazione degli studenti e del personale, svolti tutti in modalità telematica.

 

Linee guida europee COVID-19 promosse dalla rete europea Work With Perpetrators European Network- WWP EN

 

In questo momento di estrema difficoltà ed emergenza, per garantire un lavoro responsabile con gli uomini autori di violenza durante la pandemia COVID 19, la rete europea dei Programmi per Autori ha stilato le Linee guida per il lavoro dei Programmi per Autori, tenendo conto che la situazione è in continua evoluzione e considerando le molte differenze esistenti da nazione a nazione. Scarica qui le Linee Guida.